Saturday, November 30, 2013

La tragedia del quartiere Le Albere.

Potrebbe sembrare un titolo forte, ma non lo é.
Ettore Paris ha pubblicato su Questo Trentino ottimi articoli riguardanti i vergognosi sprechi e i giochi di compravendite che hanno portato il quartiere firmato Renzo Piano a essere un immenso buco nero di soldi pubblici.

Non voglio ripetere quanto scritto da Paris, ma fare un'analisi piú pratica del quartiere e spiegare perché, giá anni fa quando venne presentata la sua realizzazione, era facile intuirne il successivo fallimento.

Troppi anni sono passati dalla fase di progettazione a quella di realizzazione e conclusione dei lavori, almeno dieci. E troppi paletti (specie per quanto riguarda le volumetrie) vennero imposti da comune e provincia. Risulta qiundi anacronistico l'aver affidato il disegno del nuovo quartiere a Piano, uno degli architetti piú costosi al mondo, per creare un'anonima zona residenziale che, Muse escluso, non offre alcun valore aggiunto per la cittá.

Veniamo ai difetti pratici:

1) Gli spazi commerciali sono troppo piccoli e non rispondono alle volumetrie necessarie per aprire punti vendita "forti" come Zara, H&M, Terranova, GAP o altri grandi franchising che avrebbero portato notevole vivacitá commerciale trasformando il quartiere in una sorta di centro commerciale all'aperto.

2) Il corso d'acqua ricavato all'interno del quartiere é certamente bello esteticamente ma assolutamente non pratico. A Trento l'inverno l'acqua ghiaccia rischiando di spaccare i marmi del ruscello. Di contro, la decisione di svuotare il canale nei mesi invernali risparmierebbe i marmi, ma lo trasformerebbe in un orrido fossato per quattro mesi all'anno.

3) Il parco. Quando visitai il quartiere in agosto rimasi agghiacciato nel leggere i cartelli "Vietato calpestare l'erba". Mi auguro che i cartelli siano stati nel frattempo rimossi e che servissero solamente per far attecchire il manto erboso. I parco DEVE essere vissuto, la gente deve poterci giocare o stendersi per prendere il sole.

4) La location é fra le piú tristi: cimitero, ferrovia, tangenziale, stadio e un vialone (San Severino) senza alcuna attrattiva.

5) Quartiere morto. Il problema di Trento (se ne sta parlando molto in questi giorni) é la mancanza di vita serale (per non parlare di quella notturna), causata da alcuni residenti poco avvezzi ai rumori e a una giunta comunale che sta contribuendo a distruggere quanto poco Trento offriva a livello di locali. Non si puó quindi sperare che alle Abere nasceranno locali con orario di chiusura oltre le otto di sera.

6) Il mercato degli immobili a Trento é saturo di offerta e povero di domanda. I numeri relativi alle vendite degli appartamenti sono a dimostrarlo.

Comune e provincia stanno provando in tutti modi ad attirare acquirenti su quello che si sta dimostrando uno dei piú grossi sprechi di risorse che i trentini e  il Trentino abbiano mai subito.
Appartamenti vuoti, interi edifici presi in affitto da enti provinciali o da "societá private a capitale pubblico", la vomitevole idea di spostare in uno di questi la biblioteca universitaria (lontana centinaia di metri dalla facoltá piú vicina) sono la prova del fallimento.

Insomma, una zona che, per posizione, dimensione e distanza da centro storico e universitá, rappresentava una occasione unica per il rilancio di una intera cittá. Opportunitá buttata nel cesso da chi ha governato comune e provincia negli ultimi anni. 

Abbiamo pagato decine di milioni di euro per i terreni. Abbiamo pagato decine di milioni per la progettazione Abbiamo pagato decine di milioni per la realizzazione. E stiamo ancora pagando centinaia di migliaia di euro per la promozione e la realizzazione di opere accessorie (sottopassi). Il tutto per ritrovarci un quartiere con meno appeal del Tridente di Trento Nord.

I responsabili di tutto ció sono gli stessi che si sono fatti belli in interviste e inaugurazioni durante questi tredici anni nei quali il progetto é stato realizzato.

Ci lasciano un quartiere vuoto, senza alcuna attrattiva, senza futuro, senza idee. Costosissimo. Nessuno ne risponderá mai.

Le mie proposte per provare a salvare in parte il quartiere sono: dedicare parte del parco alla realizzazione di due o tre locali affacciati sull'Adige, che abbiano la possibilitá, nei mesi estivi, di espandersi all'aperto, aiuterebbero a rendere la zona viva e non buia e deserta come ora (terreno perfetto per la criminalitá). 
Sviluppare lungo l'Adigetto, tenendo il parco delle Albere come riferimento centrale, un percorso sportivo che sarebbe di sicuro successo, considerando il fatto che giá ora questa é la zona preferita da runner e ciclisti, o anche per una semplice passeggiata.
Creare un'area ricreativa fra il museo e lo stadio, con spazio per musica dal vivo e integrando il Palazzo delle Albere nel progetto, magari creando un unico gioco d'acqua con quello del Muse.

(Articolo scritto su tastiera inglese, alcune accenti potrebbero risultare errate)


Thursday, November 28, 2013

Raccolta di indicatori sulla salute economica del Trentino

Spesso si leggono sui giornali locali dati riguardanti lo stato dell'economia in provincia di Trento.
Questo post verrà costantemente aggiornato coi dati più recenti.

1) Andamento del PIL nel 2012 (L'Adige 28 Nov 2013)
- Italia -2,5%
- Alto Adige -0,7%
- Trentino -2,8%

Il risultato della provincia di Trento è quattro volte peggiore di quello dei vicini sudtirolesi e peggiore di quello nazionale.

2) Tasso medio praticato sui mutui a lungo termine (L'Adige 25 Nov 2013)
- Lombardia 3,72%
- Veneto 3,66%
- FVG 3,72%
- Trentino 3,90%

In Trentino i mutui sono più cari che nelle vicine regioni del Nord Italia. Evidentemente ci sono molte cose da rivedere, fra queste ci sono le modalità di concessione dei contributi per la prima casa.

Friday, October 11, 2013

Candidati, elezioni e viralità / Lorenzo Dellai

Il prossimo 27 Ottobre i trentini saranno chiamati alle urne per scegliere la composizione del prossimo consiglio provinciale.

Fase fondamentale di una campagna elettorale sono il dialogo e la comunicazione fra candidato ed elettori. Nei prossimi giorni questo blog focalizzerà la sua attenzione sulla modalità, frequenza e tipologia di utilizzo dei nuovi media da parte di alcuni candidati alle prossime elezioni.



Come non iniziare da Lorenzo Dellai? Lo sappiamo, Dellai non è fra i candidati, ma è certamente il politico più rappresentativo del Trentino. Colui che ha fatto della politica una professione. Da sindaco di Trento a governatore della Provincia, eletto e rieletto dai trentini, è finalmente riuscito a conquistarsi uno scranno all'interno del Parlamento. Per oltre un ventennio è stato protagonista della scena politica provinciale, lasciandoci in eredità un tessuto economico allo sbando, con iniziativa privata ridotta all'osso, decine di aziende para-provinciali che pesano come macigni sul bilancio locale, una Trento senza una minima coerenza a livello urbanistico, indicatori economici in costante peggioramento, comunità di valle e tanti altri problemi coi quali chi vive e LAVORA in Trentino deve misurarsi quotidianamente.



Ma veniamo al nocciolo della questione, valutiamolo sui fatti, sull'utilizzo che ha fatto dei social network per comunicare col suo popolo, con gli elettori, coi trentini.






Credo che basti poco per dimostrare l'interesse che ha Dellai nel comunicare col proprio elettorato; questo grafico riporta i tweet del "Principe Vescovo" da Luglio 2008 a Maggio 2013.



Si nota immediatamente come i tweet corrispondano ai periodi di campagna elettorale immediatamente precedenti le elezioni Provinciali di Novembre 2008 prima e per le Politiche di Febbraio 2013 poi. 
Fra la prima elezione e la seconda il nulla cosmico. Per oltre quattro (4) anni nessun Tweet, nessuna comunicazione, niente.

Ma vediamo il tipo di messaggi coi quali il Principe Vescovo ha deliziato il suo elettorato. A Ottobre 2008 Dellai twittava con la frequenza di una bimbominkia il giorno prima del concerto di Justin Bieber; resteranno scolpiti nella memoria tweet del tipo: "Sfoglio i giornali in ufficio"(3 ottobre 2008) o "Sfoglio i giornali" (4 ottobre 2008) o ancora "Sfoglio i giornali in ufficio" (6 ottobre 2008). Il tweet "sfoglio i giornali", nelle sue diverse declinazioni, è stato utilizzato ben quindici volte nell'arco di trenta giorni; d'altra parte, quando idee e argomenti sono pochi, bisogna sapersi arrangiare.
Insomma, all'alba delle elezioni del 2008, i tweet si sono limitati a meri "faccio", "vado a" o "leggo il giornale". Nessun contenuto concreto.

Il mio tweet preferito è, però, il seguente: "ragiona con il suo staff sul web 2.0 e che strumenti utilizzare per avere un rapporto e uno scambio sempre più interessante coi cittadini", era il 6 dicembre 2008. Per i successivi quattro anni nessun tweet è stato scritto. Alla faccia dello "scambio coi cittadini nell'era del web 2.0"! Uno dei difetti del web 2.0 è proprio quello di non dimenticare e di non perdonare certe cadute di stile. Scrivere un tweet del genere per poi sparire completamente sia da Twitter che da Facebook è una chiara dimostrazione del reale interesse del personaggio per la comunicazione coi suoi elettori.

I tweet di Dellai sono puntualmente ripresi poche settimane prima delle elezioni politiche dello scorso febbraio. I messaggi hanno ora un tenore diverso, non più finalizzati a descrivere le azioni, ma le idee. Tanti sono i retweet e le risposte, spesso piccate. 

Fra i messaggi di questo "Dellai bis su Twitter" mi ha colpito particolarmente questo: "Trentino, Alto Adige e Valle d'Aosta sono le sole realtà autonome montane italiane che hanno saputo trattenere i giovani sul territorio" 7 Febbraio 2013.
Vorrei rispondere a Dellai con questo articolo di Repubblica (Giugno 2013) nel quale si legge testualmente "Emilia Romagna, Lombardia, Trentino, Piemonte e Liguria sono le Regioni dalle quali c'è stato un boom di migranti all'estero per fronteggiare l'assenza di lavoro" e ancora "Trento (+35%), dove l'emigrazione ha registrato la crescita più consistente, [...] unito a una forte difficoltà a trovare lavoro (+88% in 5 anni)".

Altro articolo interessante pubblicato da L'Adige lo scorso agosto sull'argomento: "Anche nel nostro territorio, è chiaro, la disoccupazione giovanile ha sfondato ormai il 20% e i nostri ragazzi faticano a trovare un'occupazione".


Un politico, Dellai, totalmente ignorante sulle dinamiche socio economiche del territorio che ha governato per 20 anni... e i suoi messaggi sul web 2.0 sono lì a dimostrarlo.


Penso che per questa prima puntata possa bastare... anzi, un'ultima cosa... è il momento del pagellone!



IL PAGELLONE
del (non)canditato Dellai Lorenzo

Frequenza: il candidato dimostra di avvicinarsi ai social media solamente sotto elezione, per poi sparire e lasciare i propri elettori smarriti negli angusti spazi del web 2.0. Voto 3

Contenuti: troppi tweet sono così precotti da far concorrenza alla Findus nel banco delle zuppe pronte. Poca sostanza, tanta aria fritta. Sta però migliorando col tempo. Voto 5


Viralità e appeal: praticamente nulli. Divertenti alcuni scambi di idee con qualche politico avversario, ma niente di nuovo. La promessa di utilizzare i social media come mezzo di comunicazione coi cittadini avrebbe fatto impallidire Pinocchio. Noioso. Voto 5


In definitiva, il candidato non si è impegnato, contenuti scarsi, puntualissimo riappare sotto elezioni, per poi sparire. Voto finale 4.



Se nonostante tutto siete degli affezionati follower di @lorenzodellai, ci permettiamo di consigliarvi un altro account simile per contenuti e puntualità che potrete trovare altrettanto interessante: Big Ben Clock







Tuesday, August 13, 2013

La mia visita alla Torre Civica

A luglio ho finalmente avuto l'occasione di visitare la Torre Civica. Avevo deciso di parlarne tempo fa, ma quelli di TrentoToday sono stati più veloci di me.

Questo blog si chiama Polemica su Trento, ma prima di farla credo sia giusto spiegare come si svolge la visita.

La visita va prenotata, meglio se in anticipo, presso il Museo Diocesano dove verrà fatta firmare una liberatoria e si pagherà la tariffa. Si può salire in gruppi di massimo otto persone e sono organizzati solamente due gruppi al giorno per sei giorni a settimana, martedì escluso. 
So per certo che, ad oggi, il numero di richieste ha quasi sempre raggiunto il limite massimo giornaliero di visitatori.

Il prezzo è di 7 euro.

La visita guidata dura circa un'ora e inizia con una breve descrizione della torre vista da Piazza Duomo, dalla quale si possono notare i diversi strati corrispondenti ad altrettanti periodi di costruzione.
Il clou della visita è ovviamente la scalata alla cima della torre. Ogni stanza ha una sua storia e i suoi rudimentali affreschi, dipinti solitamente dai detenuti che vennero confinati all'interno della torre.
In certi tratti la salita è piuttosto scomoda a causa della ripidità dei gradini. Attenzione anche a non sbattere la testa nei punti dove il soffitto si fa più basso.
Già sapevo che non sarebbe stato possibile accedere all'ultimo piano della torre, la visita termina infatti al penultimo piano, là dove si trovano le campane.

Al termine della visita mi sono fermato a parlare con una addetta del Museo Diocesano che si è dimostrata molto disponibile nonostante le mie mille domande.

La visita alla torre ha diversi difetti, ma quasi tutti sono in un certo senso giustificabili.

Innanzitutto non dimentichiamo che l'accesso guidato alla torre è una sorta di esperimento voluto dal comune per verificarne l'attrattività e le modalità di gestione degli accessi.

Le cose che non vanno e che dovrebbero essere migliorate sono:

- le modalità di accesso che devono essere rese più snelle e "last minute" anche per agevolare quelle persone che non sanno della necessità di prenotare in anticipo;

- permettere un numero maggiore di accessi. Ciò è però vincolato all'implementazione di un sistema di sorveglianza che dovrebbe garantire il rispetto dell'edificio (leggi: evitare vandalismi) e l'accesso in sicurezza dei visitatori;

- ridurre il prezzo del biglietto. Questo punto si collega al precedente poichè al momento la guida non ha solamente la funzione di spiegare, ma anche quella di accompagnare e "controllare" i visitatori;

- far accedere i visitatori alla cima della torre.

Insomma tutto è legato alla possibilità di far salire i visitatori da soli. Sarebbe bello potersi fidare della gente, ma purtroppo non si può affidare una torre con secoli di storia a grandi numeri di visitatori senza avere un efficace sistema di controllo e sicurezza. Peccato che non sia stato installato nel corso del recente restauro dell'edificio.

Un ultima nota sul prezzo; queste sono le tariffe di accesso al Museo Diocesano (spiacente per la scarsa qualità della foto).

Troppe fasce di prezzo! Inoltre coi 7 euro pagati per la visita alla torre sarebbe stato carino far accedere i visitatori anche al Museo Diocesano.

In conclusione, la torre potrebbe diventare un valore aggiunto di grande importanza per l'offerta turistica di Trento se solo la si rendesse più fruibile.
Mi auguro che chi di dovere ci riesca, in tempi brevi e senza perdersi in lungaggini e complicazioni varie.

E ora spazio alle foto.








Concludo con un breve video fatto col tilt effect.









Tuesday, July 30, 2013

Si regalano milioni

L'inaugurazione del MUSE ha dato il via a prevedibili strascichi polemici relativi a costi di realizzazione e di mantenimento. Polemiche in parte condivisibili e sulle quali tornerò un altro giorno.

In sordina, invece, é passato l'accordo fra Provincia di Trento e quella di Brescia che prevede un versamento dalle nostre tasche a quelle dei vicini bresciani di poco meno di 30 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Il tutto per la manutenzione stradale sul territorio bresciano.

Mi fa ridere leggere sul comunicato ufficiale della PAT, la "grande soddisfazione" espressa dall'assessore Gilmozzi per questa operazione: si regalano soldi ad un'altra provincia, vi si costruisce una strada ed esprimiamo pure soddisfazione. Incredibile.

Qualcuno potrà opinare che gli investimenti andranno ad aumentare il flusso turistico in Provincia di Trento. Guardiamo gli interventi più da vicino e vedremo che non è così:


1) Costruzione della variante fra Vestone e Idro Sud. 



2) Posizionamento di barriere paramassi in località Anfo.


3) Manutenzione del piano viabile.


4) Accantonamento per interventi di manutenzione straordinaria del piano viabile.



Si tratta quindi di interventi che interesseranno non le strade di confine, ma quelle dentro il territorio Bresciano. Vestone dista oltre 20 km da Storo e si trova prima del Lago d'Idro che è una importante stazione turistica (in provincia di Brescia). Il posizionamento dei paramassi di certo non contribuirà ad aumentare in modo significativo la capacità della strada e quindi gli accessi al territorio della Provincia di Trento.

I punti 3 e 4 sono di mera manutenzione del manto stradale in territorio bresciano.
Strada che non è certo in cattive condizioni!





Sempre nel comunicato ufficiale della PAT si legge Gilmozzi affermare che "abbiamo cercato di gestire l'Autonomia non come fattore di chiusura ma come apertura verso i territori limitrofi". E io ci tengo a ricordare che il presidente della Provincia di Brescia è Daniele Molgora della Lega Nord, certamente non il partito che ha più a cuore le sorti dell'autonomia della nostra provincia.


Wednesday, July 24, 2013

5 motivi per i quali il MUSE non farà la fine del MART

IL MART di Rovereto è ormai in crisi nera. Fondi pubblici utilizzati per coprire i costi di gestione, calo delle visite, scarso appeal e le eterne polemiche sul tipo di struttura e la sua ubicazione.
Fra pochi giorni a Trento aprirà un grande museo: il MUSE; risulta quasi impossibile non pensare "Già il MART è una macchina mangiasoldi, ora col MUSE vedremo un nuovo spreco di risorse". Beh, credo proprio che non andrà così. Vediamo perchè:

1) Le città

Piaccia o no, Trento ha un'attrattiva superiore rispetto a quella di Rovereto. Gli eventi organizzati nel capoluogo e il suo patrimonio artistico superano quelli della Città della Quercia. Va da sè che un museo costruito a Trento potrà contare su un più grande bacino di attrazione.

2) L'offerta

In Italia l'arte moderna è spesso considerata una mera provocazione di scarso valore artistico e intellettuale. La gente preferisce vedere una mostra dei vari Caravaggio, Tintoretto, Dalì, eccetera. Si può quindi considerare il MART come un museo più di nicchia.

3) Le persone

Francamente conosco poco il team di lavoro del MART, ma so che quello del MUSE è affiatato, competente e determinato nel rendere il museo conosciuto in Italia e all'estero.

4) La concorrenza

Il MART deve affrontare la concorrenza del Museion di Bolzano, del Kunst Merano Arte e delle diverse esposizioni organizzate fra Veneto, Emilia e Lombardia. Meno agguerrita e numerosa la concorrenza che troverà il MUSE.

5) Il contesto

Ritengo che il "turista medio" che visita il Trentino sia più incline a visitare un museo di scienze naturali piuttosto che uno di arte moderna.

Ciò detto, si sa già che i costi di gestione del MUSE saranno alti (circa 6milioni di euro l'anno) e che non si riuscirà a coprirli grazie agli incassi sugli ingressi; per il primo anno sono previsti circa 160.000 visitatori, per un prezzo di entrata che arriverà ai 9 euro. Prevedibile un incasso annuo di circa un milione di euro. Non ci si può aspettare che il MUSE si sappia autofinanziare, ciò che è auspicabile è la tenuta del numero dei visitatori nel corso degli anni, la capacità di rinnovarsi e quella di sapersi ricavare un ruolo importante nella vita dei trentini affinchè non lo vedano solamente come discutibile scelta architettonica a spese della società. Sono pronto a scommettere che, su quest'ultimo punto, il tempo darà ragione al MUSE.

Non voglio che questo sembri un post contro il MART, segnalo quindi le tante recensioni positive che riceve il MART sul popolare portale Tripadvisor.

La cultura è un valore. L'importante è non trasformarla in pozzo nero di risorse.

PS: spero di riuscire a scrivere già nei prossimi giorni una più ampia critica a tutto il nuovo quartiere delle Albere.

Thursday, July 4, 2013

21 cose che si sarebbero potute fare coi soldi regalati alla Whirlpool

Nel 2007 la Provincia regalò 45milioni di euro alla Whirlpool tramite una operazione di leaseback a dir poco sprovveduta.
La mossa salvò provvisoriamente il posto di lavoro della maggior parte dei 600 operai, ma ad un prezzo altissimo. Prezzo che oggi paghiamo tutti noi trentini. L'operazione, infatti ha delle lacune che vennero debitamente commentate a suo tempo in questo articolo di QT.

Qualcuno potrebbe obiettare "Con quei soldi la Provincia ha garantito il posto di lavoro a 600 persone". Sì, è vero, ma cercate di considerare il come, e il dopo. Ci si ritrova ora con 500 disoccupati (+100 che erano già stati mandati a casa), con una multinazionale che si è mangiata i soldi nostri (non biasimo Whirlpool per questo) e nessun investimento nè alternativa pronta.

Vediamo ora cosa si sarebbe potuto fare con i soldi regalati alla Whirlpool. La lista vuole essere anche provocatoria e ironica:

Cose utili 

1) Dare 75.000 euro a ciascuno dei 600 lavoratori della Whirlpool.

2) Pagare lo stipendio a 100 insegnanti di scuola superiore... per 20 anni.

Trasporti

3) Pagare l'abbonamento dell'autobus a tutti i residenti di Trento, per due anni.

4) Costruire la funivia Trento-Bondone.

5) Rinnovare completamente il parco autobus urbani.

Studio

6) Costruire una nuova facoltà di lettere.

7) Pagare la retta all'Università di Harvard a 320 studenti, per quattro anni accademici.

Stare alla moda

8) Regalare un iPad mini a tutti gli abitanti di Trento e Pergine.

9) Regalare un paio di jeans Levi's ad ogni abitante della Provincia

Megalomanie

10) Riempire una piscina olimpionica... con del Ferrari Trento DOC.

11) Riempire tutte le vasche della piscina Fogazzaro... col Parampàmpoli.

12) Organizzare 40 Festival dell'Economia.

13) Girare Gran Torino e Non è un paese per vecchi ed ambientarli a Gardolo.

Sport

14) Portare il Calcio Trento in Serie A e farlo gareggiare per un posto in Coppa Uefa.

15) Ingaggiare giocatori di vertice per Trentino Volley e Aquila Trento e puntare allo scudetto, per almeno tre stagioni.

16) Costruire la Sleep Train Arena (il palazzetto dello sport dei Sacramento Kings, NBA)





17) Realizzare il Tivoli Stadion di Aachen.




Speciale Provincia Autonoma di Trento

18) Finanziare decine di missioni umanitarie di "fondamentale importanza" guidate alla mitica Lia Beltrami Giovanazzi. Tipo dare altri soldi ad una delle città più ricche della Cina, o finanziare qualche decina di caserifici in Siria.

19) Progettare, ripeto, progettare, non realizzare, Metroland, fortissimamente voluta da Pacher. Opera che costerebbe miliardi di euro (con questa cifra vrei potuto fare un elenco di cose ancora più divertente), sempre di soldi nostri si parla.

20) Acquistare qualche elicottero in più e ristrutturare o adeguare le piazzole per l'atterraggio già esistenti. Per la gioia di Dellai.
21) Seriamente? Si sarebbero potuti realizzare decine di progetti utili per ridare vita al moribondo settore industriale e commerciale trentino. Si sarebbero potuti costruire asili e mantenerli per vari anni. Si poteva puntare concretamente sulla ricerca. Si potevano risanare alcune aree vergognosamente dismesse. Si poteva fare di tutto. Invece abbiamo regalato dei soldi ad una multinazionale che "giustamente" ha ciucciato finchè poteva, per poi salutare la baracca.


Tutta la mia solidarietà ai lavoratori Whirlpool, ma ho paura che questi diverranno un piatto prelibato per le bocche dei nostri politici, le elezioni non sono affatto lontane e infatti già si sprecano gesti eclatanti (cassa integrazione per la durata di due anni?) fatti coi soldi nostri. Il mio pensiero va, ancora di più, a tutti quei lavoratori che in questi mesi hanno perso il lavoro, magari dopo aver lavorato per anni per piccole aziende che non hanno il valore mediatico che ha Whirlpool e per i quali sindacati e politici non si sono sprecati.

Io sono "dovuto" andare via dall'Italia per trovare un lavoro... prendetelo in considerazione pure voi e in bocca al lupo!




Saturday, June 29, 2013

Chiude la Whirlpool

Grave colpo per l'economia trentina.
Dopo quasi mezzo secolo chiude lo stabilimento della Whirlpool. La produzione verrà spostata nella sede in provincia di Varese. Quasi 500 persone si ritroveranno, entro tre mesi, senza un lavoro.

La Provincia di Trento ha anche in questo caso le sue grandissime responsabilità. Con una tremenda operazione immobiliare, infatti, la Provincia prima di fatto regalò e poi riacquistò per svariate decine di milioni di euro il sito sul quale si trova la fabbrica stessa.

Ricordiamo nel novembre 2011 lo show (uno dei tanti) dell'assessore Alessandro Olivi e dell'Arcivescovo Bressan proprio nello stabilimento Whirlpool. 


(Credits: http://trentinocorrierealpi.gelocal.it)
 
A distanza di meno di due anni ecco i risultati: la Provincia ha regalato decine di milioni di euro ad una azienda; 500 posti di lavoro persi; risorse pubbliche regalate ad un privato anzichè essere utilizzate a favore della collettività (strade, asili, infrastrutture, eccetera).

Un fatto molto simile si verificò con la Marsilli di Rovereto: soldi pubblici sperperati a fondo perduto per mantenere a galla una azienda che aveva già un piede e mezzo in fase di fallimento.

Cose da dire ce ne sarebbero ancora molte, ma la situazione è ancora in fase di evoluzione. Vediamo cosa succederà e quali saranno gli interventi che adotterà la Provincia.

Teniamoci forte.

Solidarietà ai lavoratori.

Thursday, June 27, 2013

Scheletri e vergogna

Passeggiata virtuale fra le vie di Trento.
Inutile dire che l'amarezza è tanta, così come le colpe di chi è responsabile.

Iniziamo da Via Brennero con l'ormai celebre struttura da alcuni ribattezzata "Sarajevo post bellica". Fatiscente residuo di un edificio commerciale, fa bella mostra di sé da alcuni anni.


Continuiamo con la struttura fra via Pedrotti e Lungadige Leopardi. Rimasta uno scheletro per svariati anni, è ora in fase di completamento.


Questo è uno dei grandi classici: Ex SLOI, ancora in Via Brennero. La fabbrica venne chiusa dopo il famoso incidente, nel lontanissimo 1978. Tutto è ancora lì, nulla è stato fatto. Pare che gli inquinanti siano presenti fino a15 metri di profondità. Complimenti a chi, in questi decenni, non ha fatto niente per risanare questa grande area!


Ex Ostello della Gioventù, Via Manzoni. Dopo aver cessato l'attività è diventato rifugio per extracomunitari. Venne poi murato, i problemi non si risolvono certo così, in attesa che qualcuno ne facesse un hotel. Tanti anni sono passati, nessuno si è realmente mosso per prendere in gestione la struttura che è ormai in cattive condizioni e vittima delle piante. Peccato perché si tratta di una struttura molto carina in una zona (San Martino) che avrebbe bisogno di una bella opera di rivalutazione, ma invece...


... invece San Martino e Via Manzoni raddoppiano con l'ex asilo ormai chiuso e murato (dopo il tentativo di occupazione da parte degli anarchici) da svariati anni. Uno dei pugni negli occhi più eclatanti di questa raccolta. Una struttura che dovrebbe essere usata a favore della comunità del quartiere e non solo. Un'idea? Perchè non farne una sede per le associazioni di volontariato? Avrebbero così gli spazi e la visibilità che meriterebbero e darebbero vita al quartiere. Macchè, mattoni, calce e il problema non esiste più.



Un classicissimo. Il biglietto da visita che per anni ha accolto i viaggiatori in uscita al casello di Trento Centro: l'Ex Italcementi. La struttura è stata finalmente demolita dopo svariati lustri, durante i quali ha fatto da casa per senzatetto e criminali di tutte le nazionalità. Un complesso di edifici davvero grande, in una zona (Piedicastello) a mio avviso tanto bella quanto ignorata e sottovalutata. Il Principe Vescovo Lorenzo Dellai ha già deciso: in quell'area andrà fatto il nuovo polo scolastico. Trento ha bisogno di tante cose, e quell'area sarebbe perfetta per ospitarle, ma non di un polo scolastico.


Spostiamoci verso il centro città. Questo è l'eterno buco in prossimità di Piazza Fiera. Cento progetti, nessuno dei quali realizzato. Situazione ferma da circa 15 anni.


Chiami un architetto spagnolo di grido per ridisegnare la città, lui ti inventa un bello quanto irrealizzabile progetto di boulevard per ricucire la città interrando la ferrovia. Fra le altre cose lo paghi (coi soldi nostri, si intende), per reinventare una zona residenziale ormai vetusta. Risultato? Appartamenti fatti sgomberare in attesa di demolire e costruire. Risultato? Quartiere fantasma da ormai 5 anni.



A Trento abbiamo un castello magnifico, ovviamente non sfruttato al meglio, vicino al castello una volta si trovava la Questura, ora vuota e lasciata andare, chiusa orrendamente da una cancellata arrugginita. Una delle destinazioni possibili era quella di farne un museo, il millesimo, quel tipo di museo che ha 3 sovrintendenti, 8 dipendenti e 25 visitatori (all'anno). Non se ne è fatto niente e l'edificio giace inutilizzato e in degrado da oltre 5 anni.

(Tutte le immagini sono state ottenute utilizzando Google Maps)

Monday, June 24, 2013

Autobus e portoghesi

Polemica non nuova quella su chi viaggia coi mezzi pubblici senza pagare. Di recente se n'è occupato L'Adige con un articolo nel quale si legge che la Provincia ha intenzione di inserire dei tornelli, al costo di circa 20mila euro l'uno, su alcune linee di autobus per sperimentare (sperimentazione che durerebbe quasi due anni!!!) un nuovo sistema di accesso.

Come al solito negli uffici della PAT si perdono con lungaggini e soluzioni poco intuitive.

Analizziamo il problema:
- chi usa i mezzi pubblici deve pagare;
- chi gestisce il trasporto pubblico deve mettere l'utente in condizione di pagare.

A Trento e generalmente in tutta Italia le persone che non pagano il biglietto sono troppe. Ho viaggiato sufficientemente per poter dire che nel resto del mondo si sale davanti esibendo il biglietto: Inghilterra, Irlanda, Germania, Malta, Stati Uniti, Finlandia, Estonia. Fra i commenti all'articolo de L'Adige troverete molte altre testimonianze.

Foto di Matteo Spina

Far salire gli utenti solo dalle porte anteriori comporta una serie di problemi, ma riduce drasticamente il numero dei cosiddetti portoghesi.
Quali sono le problematiche?
1) tempi di percorrenza: va da sé che la salita sui mezzi risulterebbe più lenta;
2) disponibilità del personale: i sindacati probabilmente si opporrebbero al doppio ruolo autista/controllore;
3) maleducazione: tanta gente proverebbe a salire dalle porte posteriori, causando problemi agli altri utenti;
4) abitudine: purtroppo in Italia non abbiamo la cultura del "si sale davanti", ci sarebbero proteste e inevitabile confusione.

Val la pena sopportare questi disagi? A mio avviso sì, assolutamente. Trovo odiosa l'abitudine di viaggiare senza biglietto.
I maggiori introiti potrebbero essere in parte usati come indennità per gli autisti; autisti che, però, dovrebbero collaborare fattivamente. Francamente trovo che non ci si trovi più nella condizione di fare barricate quando il datore di lavoro, pubblico o privato che sia, ci chieda un ragionevole aumento delle mansioni.

In conclusione ritengo che il problema "portoghesi" debba essere affrontato come segue:
- introduzione graduale della salita dalla porta anteriore con esibizione del titolo di viaggio all'autista;
- su tali linee gli autisti dovrebbero essere coadiuvati da colleghi (controllori) o forze dell'ordine, in particolare sulle tratte più sensibili;
- permettere l'acquisto del biglietto a bordo;  prezzo un euro, così da velocizzare la transazione evitando di dare resto in centesimi;
- NON installare tornelli sugli autobus, piuttosto utilizzare quelle risorse (20.000 euro / autobus) per assumere controllori a tempo determinato;
- creare un senso di "comunità", ovvero far capire agli utenti che il biglietto deve essere pagato da tutti, si sale solo davanti e chi prova a salire dietro non deve essere aiutato, ma segnalato.
- biglietto unico per autobus, Trento-Malè e Ferrovia della Valsugana (nei tratti entro il territorio comunale).

Non si tratterà certamente di un percorso veloce, ma è doveroso provarci. Nel resto del mondo lo si fa praticamente ovunque, facciamolo anche da noi: saliamo davanti e paghiamo il biglietto.
  

Trento, la mia città

Nasco, cresco e mi formo a Trento. Città che ho amato sin da quando ero bambino, quando sfogliavo l'atlante e leggevo le statistiche:

Trentino-Alto Adige
Trento, capoluogo di regione, abitanti 99.137
Bolzano, capoluogo di provincia, abitanti 103.834

"Porca vacca, siamo più piccoli di Bolzano" mi dicevo. La cosa in un certo senso mi frustrava. Poi, però, vennero gli anni del sorpasso, ma anche quelli della maturazione, quando capisci che una città non si valuta solo in base al numero dei suoi abitanti.

Ora vivo non vivo più a Trento, ma continuo a seguire e leggere ciò che succede nella mia città. Ogni giorno sfoglio L'Adige e il Trentino online e puntualmente... mi incazzo!
Mi incazzo perchè leggo notizie al limite del ridicolo, troppo spesso legate alla classe politica provinciale che ormai da troppi anni sta governando Trento e il Trentino.

Questo blog nasce come valvola di sfogo personale. Voglio condividere le mie critiche, le mie idee, lo scetticismo col quale seguo le vicende politiche locali e, se mai il blog dovesse diventare popolare, capire cosa pensano i Trentini.