Saturday, January 18, 2014

IKEA a Trento? Il "No" del Soviet Trentino (post con clamoroso aggiornamento)

Post aggiornato in data 21 Settembre 2014

Qualche tempo fa IKEA aveva sondato il terreno per aprire un punto vendita a Trento, nella zona dell'interporto.
Come da copione i nostri politici si opposero adducendo ragioni che ben denotano la loro piccolezza e impreparazione a livello economico. Non contenti rilanciarono con un'idea che ha del ridicolo:


- la realizzazione del maxicentro commerciale delle imprese trentine - una sorta di «Trentino store». […] La proposta di un centro che abbia una dimensione commerciale moderna e che veda partecipi le aziende trentine […] è stata avanzata alla convention della cooperazione di consumo a Milano Marittima dal presidente della Provincia Lorenzo Dellai e dall'assessore Alessandro Olivi . - (L'Adige 13 Maggio 2011) 



Palese dimostrazione di pazzia e incompetenza.
Prima si ostacola l'apertura di un'azienda che avrebbe assunto centinaia di persone, senza richiedere alcun contributo come invece siamo abituati a vedere in Trentino; poi si lancia un'idea che non ha alcuna sostenibilitá economica e che, infatti, i tempi hanno dimostrato essere stata un'infelice boutade.

Risultato: ad una azienda privata sono stati offerti dei terreni in zona produttiva ad un prezzo fuori mercato; é stata fatta una sparata che grazie al cielo non é mai stata realizzata; a distanza di anni quel terreno é ancora lasciato improduttivo, con un mancato incasso per le tasche dell'ente pubblico di milioni di euro.



Vediamo ora di smentire l'affermazione secondo la quale "IKEA avrebbe fatto chiudere tutti i mobilifici della zona".

1) Innanzitutto non sarebbe stata responsabilitá di IKEA, ma delle dinamiche del mercato.
2) IKEA offre una tipologia di mobili e di servizio che, in regione, non sono offerte da altri esercenti. Si sarebbe quindi trattato di una novitá nel panorama del mobile in Trentino.
3) Un mobilificio che chiude perché ne apre uno nuovo, palesa problemi ancora prima deantecedenti l'eventuale apertura di IKEA. Chi nel mercato sa distinguersi per qualitá, servizio o attenzione al cliente, continua a lavorare.
4) La clientela trentina di IKEA giá esiste ed é cliente dei negozi di Brescia, Padova o Bologna. L'avere una sede anche a Trento avrebbe permesso a quei soldi di rimanere in provincia e di non finire nelle regioni limitrofe.
5) Lo stesso venne detto prima dell'apertura di Mercatone Uno in Rotaliana.

Altra tesi a sfavore di IKEA che mi é capitato di sentire é "A Trento IKEA non avrebbe successo". IKEA é una multinazionale con un reparto marketing coi controattributi. Se si erano interessati a Trento significa che avevano visto nella nostra cittá una opportunitá. Su Trento sarebbero arrivati clienti da tutta la regione, senza pensare a quanti, in Trentino, hanno delle seconde case da arredare.
IKEA ha quindi guardato piú a sud e presto aprirá uno store a Verona, cittá che é certamente piú popolosa di Trento, ma che puó contare su altri tre store (Brescia, Padova e Bologna) localizzati a meno di 100km di distanza. Ecco perché l'apertura di una sede a Trento avrebbe avuto senso strategico.

Un cieco protezionismo e la paura di aprirsi alle novitá hanno portato la nostra classe politica a impedire che un colosso come IKEA aprisse in Trentino, garantendo fra i 300 e i 400 posti di lavoro in un periodo nel quale la disoccupazione, soprattutto in Trentino, é in forte crescita.
Niente da fare, i posti di lavoro andranno ai nostri vicini veronesi, insieme ai soldi dei tantissimi trentini che, comunque, si spingeranno fino a Verona per fare acquisti, con buonapace degli artigiani del mobile locali.

Nel frattempo si regalavano decine di milioni di euro alla Whirlpool che nel giro di pochi mesi avrebbe comunque chiuso bottega lasciando sulla strada lo stesso numero di lavoratori che IKEA avrebbe assunto.

Amarezza.


Aggiornamento


Manuela Bottamedi, consigliere eletto nelle fila del M5S, ieri ha dichiarato qualcosa come "Voglio IKEA a Trento".

Al netto di quanto avevo scritto in questo articolo (con tanto di fonti) a Gennaio 2014, appare sconcertante la risposta dell'assessore Olivi "Pronti a portarla qui". La vergogna non esiste in quest'uomo!

Giustamente la Bottamedi sostiene che "Ikea sta chiudendo una trattativa anche con Verona, che ha mostrato interesse nonostante sia vicina a Brescia e a Padova. Risultato? Verona e Bolzano - sottolinea Bottamedi - diventeranno sempre più le mete commerciali dei trentini, che abbandoneranno e svuoteranno Trento nel fine settimana a favore dei vicini mercati altoatesino e veneto".
Niente di più vero. E chi sostiene il contrario è uno struzzo che non vuole capire che in mezz'ora di auto si è a Bolzano, e in 45 minuti a Verona, dove le offerte commerciali sono migliori rispetto a quella trentina. Il continuare ad osteggiare aperture di grandi catene porterà ancora di più a marcare questa differenza e, piaccia o no, porterà molti più trentini fuori provincia per i propri acquisti, facendo uscire reddito dal Trentino a favore delle province limitrofe. 

Andare ora da IKEA, dopo che la si era allontanata da Trento è patetico.

Amarezza x 2.