Monday, October 19, 2015

101 Motivi per togliere l'autonomia al Trentino #2: Il NOT (Nuovo Ospedale Trentino)

Uuuh, quante cose da dire ci sarebbero.

Una gara di appalto é stata realizzata per il NOT.
Una manciata di aziende hanno fatto le loro offerte.
Un'azienda é stata dichiarata vincitrice (e anche qui ce ne sarebbero da dire su come questa é stata selezionata).
Gara annullata perché chi ha scritto il regolamento faceva anche parte della commissione giudicante.
Soldi sprecati.
Lungaggini.
Figure barbine.
L'assessore responsabile nel frattempo diventa Governatore della Provincia Autonoma di Trento (sig. Rossi Ugo).
Trattasi di gara d'appalto del valore di due miliardi di euro, non si tratta dei lavori per costruire una rotonda.
Come al solito la cosa puzza di marcio.

Insomma, il motivo numero uno, ma non per questo piú importante di altri, per i quali non meritiamo l'autonomia é la gestione dell'appalto per il NOT.

101 Motivi per togliere l'autonomia al Trentino #1

In Trentino è sempre forte il dibattito sull'autonomia speciale e la sua tutela. Il Trentino - Alto Adige gode di una doppia autonomia, una a livello regionale e una a livello provinciale. Non racconterò la nascita e l'evolversi di questo particolare stato giuridico, esistono libri e pagine internet dove poter studiare l'argomento.
Io mi "limiterò" a spiegare perchè il Trentino non meriti più la sua autonomia. Purtroppo di motivazioni a sostegno di questa tesi ce ne sono fin troppe. Premessa: sono trentino e amo la mia terra, proprio per questo non sopporto che un'opportunità così grande come l'autonomia che ci venne concessa, sia così malutilizzata.

Inizio oggi a elencare i 101 motivi per i quali lo statuto speciale deve essere levato al Trentino che, evidentemente, non lo merita più o, per essere più precisi, è governato da una classe politica che ha usato e sta usando l'autonomia in modo vergognoso.

Il primo motivo è: La Regione.
La Regione Trentino - Alto Adige ha competenze marginali. Nella pagina internet del Consiglio Regionale se ne può leggere un elenco. Questi i principali:
- l’ordinamento degli uffici regionali,
- l’ordinamento degli enti locali,
- l’impianto e tenuta dei libri fondiari, servizi antincendi, ordinamento delle Camere di Commercio
- lo sviluppo della cooperazione e vigilanza sulle cooperative.

Competenze certamente assimilabili dalle due province autonome.
Dall'entrata in vigore del nuovo statuto di autonomia del (lontano) 1972, la Regione è stata svuotata di molto dei suoi poteri che sono stati concessi alle due province. Da allora la Regione rappresenta più che altro un baluardo dell'autonomia, un ente che si frappone fra le province di Trento e Bolzano e il governo centrale di Roma. Un cuscinetto a protezione dell'autonomia, o poco di più. Il tutto con costi esorbitanti, perchè il Consiglio Regionale è formato da ben settanta membri (35 per provincia)  lautamente stipendiati (lo vedremo prossimamente) ed un classico apparato burocratico di tipica scuola italiana, non certo austro-ungarica come molti nostalgici vorrebbero credere.

Monday, December 8, 2014

Le conseguenze del boicottaggio animalista pro-Daniza.

Avete vinto voi!
Scusate nazianimalisti. Vi prego basta. Abbiate pietá di Trento e del Trentino. La nostra economia é ormai in ginocchio. Nessuno viene più nei nostri hotel, nessuno visita più le nostre città e le nostre montagne. BASTA!!!11!!uno!!




"Oltre 50 mila i visitatori e viabilità messa a dura prova: nel primo pomeriggio tutti i parcheggi erano esauriti, compresi i piazzali delle scuole. I vigili hanno deviato gli ospiti anche all'interporto e all'aeroporto. Oltre a decine di pullman, invasione anche dei camper."


Testo e foto dal sito del Trentino.





"È già boom di presenze per questo lungo weekend a Trento. Gli hotel della città sono al completo da almeno quindici giorni e ancora ieri i telefoni delle reception suonavano in continuazione. «Ci dispiace ma siamo al completo», è la frase che in molti visitatori si stanno sentendo dire da nord a sud della città. Trovare un posto dove dormire è ormai impossibile sia in strutture economiche che in quelle più costose. Tanti sono stati dirottati nelle valli o verso Rovereto. Pienone anche per i camper che potrebbero arrivare a quota 2.000 al termine del weekend."



Testo e foto dal sito de L'Adige.


Qualche arguto nazianimalaro potrebbe opinare: "Si, ma in montagnia ha Puzzolo (Pinzolo, ndr) non c'í va nesshuno!!1!!!"

Ecco la risposta:



Ciao.

Sunday, September 14, 2014

Quando stare con Daniza passa oltre i confini della ragione

Tema caldissimo: la morte dell'orsa Daniza.
In genere non scrivo mai a caldo per evitare eccessivo trasporto ed emozione. Per questa volta farò un'eccezione.
Posto che sono sinceramente rattristato per la morte dell'orsa e per il destino ancora incerto dei due cuccioli, vorrei limitare questo post a una mera raccolta di interventi trovati qua e là per Facebook.
Il tema "animali" trova alcune persone più sensibili di altre, è normale che sia così. Ritengo però che alcune reazioni siano eccessive. Esiste il dissenso, esiste la rabbia, esiste la protesta, tutti elementi condivisibili e accettabili anche relativamente al "Caso Daniza" (anche se molta gente è profondamente disinformata, per dolo o per colpa). Oltre a questi tre elementi condivisibili, ne esistono altri che condivisibili non lo sono: la violenza, il razzismo, la misantropia.

Buona lettura... (contiene parolacce, mie e dei nazianimalari).

1) Alessandro Vettorato non verrà mai più in Trentino, nemmeno per cagare. Poco male.


2) Siamo figli di schifosa puttana, gente di merda che fa prodotti di merda, con un vicepresidente di merda.
Il tema della merda è sempre forte e presente fra questi pacifici "animalisti".


3) Un evergreen: Trentino = montanaro crucco


4)  Per Annalisa, il non indossare la "maschera di paese bravo e civile" è da considerarsi un'attenuante per l'avere canili lager o abbandonare gli animali. 


5) Queste sono alcune dolci parole rivolte al fungaiolo che è stato aggredito da Daniza. Certo, se se ne fosse stato a debita distanza ora, forse, la situazione sarebbe diversa, ma dubito si meriti certi epiteti o gli auguri di morte.
Notare l'utilizzo del maiuscolo e dei punti esclamativi. Questa è gente che, se potesse, ammazzerebbe il fungaiolo con 180 coltellate, una per punto esclamativo utilizzato.


6) Piccola variazione. Offese dirette alla Palombelli (se ne trovano parecchie altre), rea di aver fatto una battuta. Che "vecchia mignottona"!


7) "Qui in Friuli noi abbiamo raccolto le firme" quindi siamo meglio di voi. Peccato che il Friuli non si sia mai impegnato in un programma di ripopolamento degli orsi. I loro vicini sloveni (liberissimi di farlo) cacciano gli orsi e se li mangiano, ma di quelli chi se ne frega.
Detto questo, a Trento sono state organizzate diverse manifestazioni (19 Agosto, 22 Agosto, 30 Agosto, 13 Settembre), ma Marizza Udine sputerà comunque sentenze. Marizza non è sola, tanta gente su internet scrive "voi non avete fatto niente, quindi siete delle merde", o ancora "avete votato quel politico, quindi l'avete uccisa", come se Rossi avesse inserito nel programma elettorale l'uccisione di Daniza.


8) Qui si incontrano due fenomeni già registrati: il tema della merda e l'evergreen "montanari". Burp. Notare come si danno la carica a vicenda, c'è un grande cameratismo fra i nazianimalari.


 9) Il genio di Marina (una delle più attive su internet ad infangare Trentino e Trentini) "Dovevano esere umili e chiedere consigli agli Svizzeri".


Ecco Marina, ecco perchè mi girano le palle, perchè parlate senza sapere un cazzo di niente.  


 10) Occhio per occhio, dente per dente come nella migliore tradizione araba medievale: "Meritate di essere anestetizzati tutti!". TUTTI! Anche io che, quando Daniza è morta, stavo facendo i fatti miei in ufficio.


 11) Queste sono "recensioni" tratte dalla pagina Facebook non ufficiale di Trento, l'amministratore della pagina è stato minacciato e offeso personalmente. Vi risparmio le offese scritte nella pagina ufficiale della Regione Trentino-Alto Adige. Come se gli altoatesini c'entrassero qualcosa, ma si sa, sono crucchi e montanari pure loro, quindi buttiamo tutto nel calderone dell'odio.



12) Il complottone! Daniza è stata uccisa perchè si dovevano fare piste da sci. Ora mi manca la forza per commentare una tale puttanata degna del più basso complottismo, della disinformazione e dell'ignoranza. Fatto sta che c'è chi crede che sia stata uccisa per far spazio ad una funivia. Per favore, pietà!


13) La sodomia. Gli alberi ce li dobbiamo infilare su per il culo. Per fortuna che di cognome fa Galantino.

14) Idioti che non sanno ciò che scrivono, parte seconda. Margherita ama la Baviera e ci continuerà ad andare, magari farà il giro largo per non prendere l'A22.

Margherita, vai pure in Baviera. Non sapete un cazzo di niente.





E ora scusate, devo andare ad ubriacarmi, poi mi infilo un albero nel culo e mi rotolo nella merda con quella mignottona della Palombelli.

Peace.

Saturday, January 18, 2014

IKEA a Trento? Il "No" del Soviet Trentino (post con clamoroso aggiornamento)

Post aggiornato in data 21 Settembre 2014

Qualche tempo fa IKEA aveva sondato il terreno per aprire un punto vendita a Trento, nella zona dell'interporto.
Come da copione i nostri politici si opposero adducendo ragioni che ben denotano la loro piccolezza e impreparazione a livello economico. Non contenti rilanciarono con un'idea che ha del ridicolo:


- la realizzazione del maxicentro commerciale delle imprese trentine - una sorta di «Trentino store». […] La proposta di un centro che abbia una dimensione commerciale moderna e che veda partecipi le aziende trentine […] è stata avanzata alla convention della cooperazione di consumo a Milano Marittima dal presidente della Provincia Lorenzo Dellai e dall'assessore Alessandro Olivi . - (L'Adige 13 Maggio 2011) 



Palese dimostrazione di pazzia e incompetenza.
Prima si ostacola l'apertura di un'azienda che avrebbe assunto centinaia di persone, senza richiedere alcun contributo come invece siamo abituati a vedere in Trentino; poi si lancia un'idea che non ha alcuna sostenibilitá economica e che, infatti, i tempi hanno dimostrato essere stata un'infelice boutade.

Risultato: ad una azienda privata sono stati offerti dei terreni in zona produttiva ad un prezzo fuori mercato; é stata fatta una sparata che grazie al cielo non é mai stata realizzata; a distanza di anni quel terreno é ancora lasciato improduttivo, con un mancato incasso per le tasche dell'ente pubblico di milioni di euro.



Vediamo ora di smentire l'affermazione secondo la quale "IKEA avrebbe fatto chiudere tutti i mobilifici della zona".

1) Innanzitutto non sarebbe stata responsabilitá di IKEA, ma delle dinamiche del mercato.
2) IKEA offre una tipologia di mobili e di servizio che, in regione, non sono offerte da altri esercenti. Si sarebbe quindi trattato di una novitá nel panorama del mobile in Trentino.
3) Un mobilificio che chiude perché ne apre uno nuovo, palesa problemi ancora prima deantecedenti l'eventuale apertura di IKEA. Chi nel mercato sa distinguersi per qualitá, servizio o attenzione al cliente, continua a lavorare.
4) La clientela trentina di IKEA giá esiste ed é cliente dei negozi di Brescia, Padova o Bologna. L'avere una sede anche a Trento avrebbe permesso a quei soldi di rimanere in provincia e di non finire nelle regioni limitrofe.
5) Lo stesso venne detto prima dell'apertura di Mercatone Uno in Rotaliana.

Altra tesi a sfavore di IKEA che mi é capitato di sentire é "A Trento IKEA non avrebbe successo". IKEA é una multinazionale con un reparto marketing coi controattributi. Se si erano interessati a Trento significa che avevano visto nella nostra cittá una opportunitá. Su Trento sarebbero arrivati clienti da tutta la regione, senza pensare a quanti, in Trentino, hanno delle seconde case da arredare.
IKEA ha quindi guardato piú a sud e presto aprirá uno store a Verona, cittá che é certamente piú popolosa di Trento, ma che puó contare su altri tre store (Brescia, Padova e Bologna) localizzati a meno di 100km di distanza. Ecco perché l'apertura di una sede a Trento avrebbe avuto senso strategico.

Un cieco protezionismo e la paura di aprirsi alle novitá hanno portato la nostra classe politica a impedire che un colosso come IKEA aprisse in Trentino, garantendo fra i 300 e i 400 posti di lavoro in un periodo nel quale la disoccupazione, soprattutto in Trentino, é in forte crescita.
Niente da fare, i posti di lavoro andranno ai nostri vicini veronesi, insieme ai soldi dei tantissimi trentini che, comunque, si spingeranno fino a Verona per fare acquisti, con buonapace degli artigiani del mobile locali.

Nel frattempo si regalavano decine di milioni di euro alla Whirlpool che nel giro di pochi mesi avrebbe comunque chiuso bottega lasciando sulla strada lo stesso numero di lavoratori che IKEA avrebbe assunto.

Amarezza.


Aggiornamento


Manuela Bottamedi, consigliere eletto nelle fila del M5S, ieri ha dichiarato qualcosa come "Voglio IKEA a Trento".

Al netto di quanto avevo scritto in questo articolo (con tanto di fonti) a Gennaio 2014, appare sconcertante la risposta dell'assessore Olivi "Pronti a portarla qui". La vergogna non esiste in quest'uomo!

Giustamente la Bottamedi sostiene che "Ikea sta chiudendo una trattativa anche con Verona, che ha mostrato interesse nonostante sia vicina a Brescia e a Padova. Risultato? Verona e Bolzano - sottolinea Bottamedi - diventeranno sempre più le mete commerciali dei trentini, che abbandoneranno e svuoteranno Trento nel fine settimana a favore dei vicini mercati altoatesino e veneto".
Niente di più vero. E chi sostiene il contrario è uno struzzo che non vuole capire che in mezz'ora di auto si è a Bolzano, e in 45 minuti a Verona, dove le offerte commerciali sono migliori rispetto a quella trentina. Il continuare ad osteggiare aperture di grandi catene porterà ancora di più a marcare questa differenza e, piaccia o no, porterà molti più trentini fuori provincia per i propri acquisti, facendo uscire reddito dal Trentino a favore delle province limitrofe. 

Andare ora da IKEA, dopo che la si era allontanata da Trento è patetico.

Amarezza x 2.

Saturday, November 30, 2013

La tragedia del quartiere Le Albere.

Potrebbe sembrare un titolo forte, ma non lo é.
Ettore Paris ha pubblicato su Questo Trentino ottimi articoli riguardanti i vergognosi sprechi e i giochi di compravendite che hanno portato il quartiere firmato Renzo Piano a essere un immenso buco nero di soldi pubblici.

Non voglio ripetere quanto scritto da Paris, ma fare un'analisi piú pratica del quartiere e spiegare perché, giá anni fa quando venne presentata la sua realizzazione, era facile intuirne il successivo fallimento.

Troppi anni sono passati dalla fase di progettazione a quella di realizzazione e conclusione dei lavori, almeno dieci. E troppi paletti (specie per quanto riguarda le volumetrie) vennero imposti da comune e provincia. Risulta qiundi anacronistico l'aver affidato il disegno del nuovo quartiere a Piano, uno degli architetti piú costosi al mondo, per creare un'anonima zona residenziale che, Muse escluso, non offre alcun valore aggiunto per la cittá.

Veniamo ai difetti pratici:

1) Gli spazi commerciali sono troppo piccoli e non rispondono alle volumetrie necessarie per aprire punti vendita "forti" come Zara, H&M, Terranova, GAP o altri grandi franchising che avrebbero portato notevole vivacitá commerciale trasformando il quartiere in una sorta di centro commerciale all'aperto.

2) Il corso d'acqua ricavato all'interno del quartiere é certamente bello esteticamente ma assolutamente non pratico. A Trento l'inverno l'acqua ghiaccia rischiando di spaccare i marmi del ruscello. Di contro, la decisione di svuotare il canale nei mesi invernali risparmierebbe i marmi, ma lo trasformerebbe in un orrido fossato per quattro mesi all'anno.

3) Il parco. Quando visitai il quartiere in agosto rimasi agghiacciato nel leggere i cartelli "Vietato calpestare l'erba". Mi auguro che i cartelli siano stati nel frattempo rimossi e che servissero solamente per far attecchire il manto erboso. I parco DEVE essere vissuto, la gente deve poterci giocare o stendersi per prendere il sole.

4) La location é fra le piú tristi: cimitero, ferrovia, tangenziale, stadio e un vialone (San Severino) senza alcuna attrattiva.

5) Quartiere morto. Il problema di Trento (se ne sta parlando molto in questi giorni) é la mancanza di vita serale (per non parlare di quella notturna), causata da alcuni residenti poco avvezzi ai rumori e a una giunta comunale che sta contribuendo a distruggere quanto poco Trento offriva a livello di locali. Non si puó quindi sperare che alle Abere nasceranno locali con orario di chiusura oltre le otto di sera.

6) Il mercato degli immobili a Trento é saturo di offerta e povero di domanda. I numeri relativi alle vendite degli appartamenti sono a dimostrarlo.

Comune e provincia stanno provando in tutti modi ad attirare acquirenti su quello che si sta dimostrando uno dei piú grossi sprechi di risorse che i trentini e  il Trentino abbiano mai subito.
Appartamenti vuoti, interi edifici presi in affitto da enti provinciali o da "societá private a capitale pubblico", la vomitevole idea di spostare in uno di questi la biblioteca universitaria (lontana centinaia di metri dalla facoltá piú vicina) sono la prova del fallimento.

Insomma, una zona che, per posizione, dimensione e distanza da centro storico e universitá, rappresentava una occasione unica per il rilancio di una intera cittá. Opportunitá buttata nel cesso da chi ha governato comune e provincia negli ultimi anni. 

Abbiamo pagato decine di milioni di euro per i terreni. Abbiamo pagato decine di milioni per la progettazione Abbiamo pagato decine di milioni per la realizzazione. E stiamo ancora pagando centinaia di migliaia di euro per la promozione e la realizzazione di opere accessorie (sottopassi). Il tutto per ritrovarci un quartiere con meno appeal del Tridente di Trento Nord.

I responsabili di tutto ció sono gli stessi che si sono fatti belli in interviste e inaugurazioni durante questi tredici anni nei quali il progetto é stato realizzato.

Ci lasciano un quartiere vuoto, senza alcuna attrattiva, senza futuro, senza idee. Costosissimo. Nessuno ne risponderá mai.

Le mie proposte per provare a salvare in parte il quartiere sono: dedicare parte del parco alla realizzazione di due o tre locali affacciati sull'Adige, che abbiano la possibilitá, nei mesi estivi, di espandersi all'aperto, aiuterebbero a rendere la zona viva e non buia e deserta come ora (terreno perfetto per la criminalitá). 
Sviluppare lungo l'Adigetto, tenendo il parco delle Albere come riferimento centrale, un percorso sportivo che sarebbe di sicuro successo, considerando il fatto che giá ora questa é la zona preferita da runner e ciclisti, o anche per una semplice passeggiata.
Creare un'area ricreativa fra il museo e lo stadio, con spazio per musica dal vivo e integrando il Palazzo delle Albere nel progetto, magari creando un unico gioco d'acqua con quello del Muse.

(Articolo scritto su tastiera inglese, alcune accenti potrebbero risultare errate)


Thursday, November 28, 2013

Raccolta di indicatori sulla salute economica del Trentino

Spesso si leggono sui giornali locali dati riguardanti lo stato dell'economia in provincia di Trento.
Questo post verrà costantemente aggiornato coi dati più recenti.

1) Andamento del PIL nel 2012 (L'Adige 28 Nov 2013)
- Italia -2,5%
- Alto Adige -0,7%
- Trentino -2,8%

Il risultato della provincia di Trento è quattro volte peggiore di quello dei vicini sudtirolesi e peggiore di quello nazionale.

2) Tasso medio praticato sui mutui a lungo termine (L'Adige 25 Nov 2013)
- Lombardia 3,72%
- Veneto 3,66%
- FVG 3,72%
- Trentino 3,90%

In Trentino i mutui sono più cari che nelle vicine regioni del Nord Italia. Evidentemente ci sono molte cose da rivedere, fra queste ci sono le modalità di concessione dei contributi per la prima casa.