Potrebbe sembrare un titolo forte, ma non lo é.
Ettore Paris ha pubblicato su Questo Trentino ottimi articoli riguardanti i vergognosi sprechi e i giochi di compravendite che hanno portato il quartiere firmato Renzo Piano a essere un immenso buco nero di soldi pubblici.
Non voglio ripetere quanto scritto da Paris, ma fare un'analisi piú pratica del quartiere e spiegare perché, giá anni fa quando venne presentata la sua realizzazione, era facile intuirne il successivo fallimento.
Troppi anni sono passati dalla fase di progettazione a quella di realizzazione e conclusione dei lavori, almeno dieci. E troppi paletti (specie per quanto riguarda le volumetrie) vennero imposti da comune e provincia. Risulta qiundi anacronistico l'aver affidato il disegno del nuovo quartiere a Piano, uno degli architetti piú costosi al mondo, per creare un'anonima zona residenziale che, Muse escluso, non offre alcun valore aggiunto per la cittá.
Veniamo ai difetti pratici:
1) Gli spazi commerciali sono troppo piccoli e non rispondono alle volumetrie necessarie per aprire punti vendita "forti" come Zara, H&M, Terranova, GAP o altri grandi franchising che avrebbero portato notevole vivacitá commerciale trasformando il quartiere in una sorta di centro commerciale all'aperto.
2) Il corso d'acqua ricavato all'interno del quartiere é certamente bello esteticamente ma assolutamente non pratico. A Trento l'inverno l'acqua ghiaccia rischiando di spaccare i marmi del ruscello. Di contro, la decisione di svuotare il canale nei mesi invernali risparmierebbe i marmi, ma lo trasformerebbe in un orrido fossato per quattro mesi all'anno.
3) Il parco. Quando visitai il quartiere in agosto rimasi agghiacciato nel leggere i cartelli "Vietato calpestare l'erba". Mi auguro che i cartelli siano stati nel frattempo rimossi e che servissero solamente per far attecchire il manto erboso. I parco DEVE essere vissuto, la gente deve poterci giocare o stendersi per prendere il sole.
4) La location é fra le piú tristi: cimitero, ferrovia, tangenziale, stadio e un vialone (San Severino) senza alcuna attrattiva.
5) Quartiere morto. Il problema di Trento (se ne sta parlando molto in questi giorni) é la mancanza di vita serale (per non parlare di quella notturna), causata da alcuni residenti poco avvezzi ai rumori e a una giunta comunale che sta contribuendo a distruggere quanto poco Trento offriva a livello di locali. Non si puó quindi sperare che alle Abere nasceranno locali con orario di chiusura oltre le otto di sera.
6) Il mercato degli immobili a Trento é saturo di offerta e povero di domanda. I numeri relativi alle vendite degli appartamenti sono a dimostrarlo.
Comune e provincia stanno provando in tutti modi ad attirare acquirenti su quello che si sta dimostrando uno dei piú grossi sprechi di risorse che i trentini e il Trentino abbiano mai subito.
Appartamenti vuoti, interi edifici presi in affitto da enti provinciali o da "societá private a capitale pubblico", la vomitevole idea di spostare in uno di questi la biblioteca universitaria (lontana centinaia di metri dalla facoltá piú vicina) sono la prova del fallimento.
Insomma, una zona che, per posizione, dimensione e distanza da centro storico e universitá, rappresentava una occasione unica per il rilancio di una intera cittá. Opportunitá buttata nel cesso da chi ha governato comune e provincia negli ultimi anni.
Abbiamo pagato decine di milioni di euro per i terreni. Abbiamo pagato decine di milioni per la progettazione Abbiamo pagato decine di milioni per la realizzazione. E stiamo ancora pagando centinaia di migliaia di euro per la promozione e la realizzazione di opere accessorie (sottopassi). Il tutto per ritrovarci un quartiere con meno appeal del Tridente di Trento Nord.
I responsabili di tutto ció sono gli stessi che si sono fatti belli in interviste e inaugurazioni durante questi tredici anni nei quali il progetto é stato realizzato.
Ci lasciano un quartiere vuoto, senza alcuna attrattiva, senza futuro, senza idee. Costosissimo. Nessuno ne risponderá mai.
Le mie proposte per provare a salvare in parte il quartiere sono: dedicare parte del parco alla realizzazione di due o tre locali affacciati sull'Adige, che abbiano la possibilitá, nei mesi estivi, di espandersi all'aperto, aiuterebbero a rendere la zona viva e non buia e deserta come ora (terreno perfetto per la criminalitá).
Sviluppare lungo l'Adigetto, tenendo il parco delle Albere come riferimento centrale, un percorso sportivo che sarebbe di sicuro successo, considerando il fatto che giá ora questa é la zona preferita da runner e ciclisti, o anche per una semplice passeggiata.
Creare un'area ricreativa fra il museo e lo stadio, con spazio per musica dal vivo e integrando il Palazzo delle Albere nel progetto, magari creando un unico gioco d'acqua con quello del Muse.
(Articolo scritto su tastiera inglese, alcune accenti potrebbero risultare errate)
Non sono di Trento, sono stato al MUSE ed ho visitato il quartiere a circa 2 anni e mezzo dalla sua inaugurazione.
ReplyDeleteVenendo da fuori il quartiere mi sembra ben progettato a livello urbanistico perché le case non sono alte e con tanti parcheggi ricavati sotto le case ad un livello interrato.
Gli uffici e gli appartamenti sono in parte sfitti ma non è facile riempire il quartiere in poco tempo in una città come Trento.
I negozi sono pochi ma grazie al Museo circolano persone, un locale dove sono andato a mangiare era pieno in un giorno feriale d'inverno.
Mettere locali nel parco lo eviterei, il verde pubblico mi pare già abbastanza abusato, sia a Trento che a Rovereto. Come hai detto anche tu, ci sono molti appartamenti (e spesso interi palazzi) vuoti, laddove potevano esserci parchi e boschetti, che sicuramente attraggono più turisti rispetto a parcheggi e case chiuse.
ReplyDeleteAnalisi leggermente frettolosa e sconclusionata. E' vero che ad ora il complesso delle Albere non gode di grande vitalità ma se la critica si basa unicamente su questi 6 punti mi permetto di dire che ci sarebbe bel altro da dire e analizzare. Il problema maggiore in tutta l'operazione resta il prezzo al mq degli appartamenti e dei locali commerciali, troppo alto, troppo ottimista, troppo audace.
ReplyDeleteIl quartiere se un giorno riuscirà ad essere capito e soprattutto se gli appartamenti verranno venduti sarà un ottimo centro aggregativo, sia a livello sociale che commerciale. urbanisticamente l'intervento è eccellente, gli edifici di ottima fattura ed i presupporti per una rinascita urbana ci sono tutti. Non ci scodiamo che sono le persone a rendere un architettura viva e funzionale, non le sterili critiche avanzate con il senno di poi. Non confondiamo gli errori architettonici ed urbanistici con quelli imprenditoriali